Le dimensioni contano

Marin Mersenne: Harmonicorum, libri XII: in quibus agitur de sonorum natura, causis, et affectibus; de consonantiis, dissonantiis, rationibus, generibus, modis, cantibus, compositione, orbisque totius harmonicis instrumentis, Paris 1648.

«L’ingegneria è l’arte di dare un senso compiuto alla parola abbastanza.»

Lo appresi durante le lezioni al Politecnico di Milano. Ma quando mi capita di virare discussioni su considerazioni numeriche, mi viene spesso rinfacciato, con un sorriso, di essere un “ingegnere”, quale sinonimo di rigidità mentale. Di dare i numeri, si direbbe. Eppure, proprio i numeri sono abilitanti delle decisioni corrette.

Quante volte è possibile piegare un foglio di carta? Dopo 7 pieghe, lo spessore supera il centimetro; dopo 41 pieghe, la distanza fra Terra e Luna. Incredibile? Provare per credere.

La matematica è noiosa e difficile. Per questo, nella vita, tendiamo a ignorare gli aspetti quantitativi. Ancor peggio che fare i conti senza l’oste: i conti, non li facciamo proprio. Male! Dai numeri dipende la stabilità di un edificio e il successo o il fallimento di un’azienda.

Fu Platone a riconoscere l’enorme importanza della matematica, quale via d’accesso alla dialettica. Quanti battibecchi, quante posizioni polarizzate svanirebbero all’istante se provassimo a misurare la realtà! E non si commetta l’errore di considerare la precisione come sinonimo di mancanza di fantasia, o aridità del pensiero: «Musica est scientia bene modulandi.»[1] scrisse Sant’Agostino durante la sua permanenza a Milano, ovvero la scienza del “movimento ben regolato”La vetta più alta sono le opere di Bach., e impegna quindi più la ragione che i sensi.

Se i calcoli ci intimidiscono, non denigriamoli dunque come la volpe nella famosa favola, non saremmo certo delle volpi!

Riferimenti

  1. De Musica d'Ippona, A, 389 d.C..
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