Grazie mille

Esistono società dove gli individui sono incoraggiati a crescere. È rispettato colui che grazie al proprio lavoro migliora la propria condizione umana. Alcuni esempi sono gli Stati Uniti d’America, Taiwan, la Svizzera, Israele, la Corea del Sud.

Gli italiani sono invece un popolo consumato dall’invidia. Come scriveva Montanelli, “Quando un italiano vede passare una macchina di lusso, il suo primo stimolo non è averne una anche lui, ma tagliarle le gomme.”

L’invidia è definita come la tendenza a percepire con dispiacere il bene degli altri (nota Kant) e, di conseguenza, mira a distruggere il benessere altrui. Tale stato d’animo genera inutilmente tristezza e danno morale.

«Un cuore sano è vita per il corpo, ma l’invidia è il tarlo delle ossa.»

— Proverbi 14,30

L’invidia è antica quanto il mondo. Era la motivazione di Caino per uccidere Abele. I politici lo sanno la usano in quanto potente strumento. Se l’uguaglianza nella miseria è considerata più virtuosa della diseguaglianza, sarà facile per un partito o un governo fomentare la violenza della cicala sulla formica mascherandola dietro una ipocrita intenzione di progresso sociale.

Non si può considerare la redistribuzione del reddito come una forma di generosità. La generosità può dirsi tale solo se personale e volontaria o non è generosità. Non è quello che voti non ti rende una persona altruista, ma è ciò a cui dedichi tempo e risorse che mostra dove sia veramente il tuo cuore. Del resto, per quale motivo sarebbe avidità tenere i propri soldi, ma non sarebbe avidità prendersi quelli guadagnati dagli altri?

Tempo fa, durante un pranzo di lavoro un collega sostenne il nostro benessere è tale grazie alle lotte sindacali. Ma in verità esso dipende dall’abbondanza in cui viviamo. In stati più ricchi, come gli USA o la Svizzera, si vive meglio, senza la necessità di una maggior sindacalizzazione. Viceversa, dove c’è miseria si può distribuire solo la misera.

Lo stesso Marx ammetteva che senza capitalismo non ci sarebbe stata alcuna ricchezza da redistribuire. Se si confiscasse ogni centesimo a tutti i miliardari italiani, si coprirebbe la spesa pubblica per un paio di mesi[1][2]. E dopo? Chi creerà altra ricchezza? Le teorie socialiste non hanno ricette in merito.

La ragione ci aiuta a identificare i nostri istinti più abietti, a non lasciarci manipolare da essi e ad assumere una posizione positiva verso la vita. Essa riconosce le cose buone che ci sono accadute e quando queste cose buone sono nate da un Altro da Sé. Spesso tendiamo a dimenticarlo, invece bisognerebbe rammentare frequentemente le persone che hanno influito positivamente sulla nostra vita, eventualmente anche elencandole in un diario.

Un atteggiamento di gratitudine arricchisce la vita. Eleva, energizza, ispira e trasforma. La gratitudine è indispensabile alla felicità. Le persone grate dimostrano libello più elevati di emozioni positive, come gioia, amore e ottimismo. La pratica della gratitudine come disciplina protegge dagli impulsi distruttivi dell’invidia, del risentimento, dell’avidità e dell’amarezza[3].

Leggendo il Diario di Anna Frank, colpisce lo strenuo ottimismo e la toccante fede nell’umanità che vi traspare, a dispetto del contesto orrendo. Tale messaggio ci ricorda che indipendentemente dalle circostanze, possiamo illuminare la nostra vita quella degli altri intorno a noi.

Riferimenti

  1. Bilancio semplificato dello Stato – Anno 2023 – Quadro generale[URL] [URL consultato il 18 novembre 2023]
  2. Quanti miliardari ci sono in Italia[URL] [URL consultato il 18 novembre 2023]
  3. Thanks!: How Practicing Gratitude Can Make You Happier Emmons, R.A, 1997. Houghton Mifflin.
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