Postludio

Ho condiviso in questi appunti le mie riflessioni riguardo a come dovremmo vivere. Attraversiamo il nostro tempo con gli occhi bendati e non abbiamo un cammino da seguire. Spetta a ciascuno di noi trovare il proprio, ed è proprio questa unicità è originalità che ci distingue come individui e che conferisce alla vita il suo significato. Nel convincimento che la nostra esistenza, il nostro essere qui e ora abbia un valore in sé, possiamo affrontare il mondo con ottimismo, nonostante le circostanze più avverse. La ragione ci accompagna in questo viaggio. L’esistenza di un tale struttura di elaborazione dell’informazione, in grado di indagare su stessa rappresenta tuttora un miracolo misterioso, al pari della trasformazione dell’acqua in vino. Non troveremo risposte definitive, ma possiamo perlomeno ambire a emedarci da risposte palesemente sbagliate. Questa consapevolezza toglie ogni alibi ad ogni nichilismo di comodo e ci invita a pensare e agire con responsabilità. Non resta che passare dalla teoria alla pratica.

«Vale la pena indugiare ancora a mettere in pratica quanto c’è di meglio per un essere umano conformando la tua vita ai dettami della Ragione? Hai appreso i princìpi teorici della dottrina e hai avuto la possibilità di intrattenerti e di conversare con chi tali princìpi si sforza di applicare alla vita quotidiana. Quale maestro aspetti ancora per deciderti, infine, a dare una svolta alla tua vita? Non sei più un ragazzino ormai, ma un uomo fatto. Se per trascuratezza inizi a rimandare a domani poi a dopodomani, facendo propositi inconcludenti e posticipando di continuo il momento in cui prestare attenzione a te stesso, non farai alcun vero progresso e l’infinita ricchezza della vita nell’attimo presente ti sfuggirà via, così rotolando in avanti fino alla morte.

Mettiti in cammino. Ora. Giudicati degno, infine, di vivere da uomo. Metti in pratica ciò che ti appare buono e giusto, come se si trattasse di una legge inviolabile. E se ti si fa sotto qualcosa di duro e doloroso o di piacevole e attraente, o ancora una di quelle eventualità che il senso comune giudicherebbe vantaggiosa o svantaggiosa per la tua reputazione, ebbene, sappi che il combattimento ha già avuto inizio, qui e ora, che stai gareggiando per le tue personali Olimpiadi e non puoi più tirarti indietro: il destino del tuo progresso morale, la tua salvezza o la tua rovina dipendono da un solo giorno, da un solo frangente.

Così Socrate è diventato Socrate: prestando ascolto, in ogni circostanza, alla voce della Ragione e a essa uniformando la propria condotta. Quanto a te, pur senza essere Socrate, fai in modo di vivere coltivando in te il desiderio di seguire i suoi passi.»

— Epitteto, Manuale, LI, 1-3

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