Crisi dei giornali, conseguenze e soluzione
L’informazione in è crisi oramai da diversi anni. Le tirature sono ridotte ai minimi termini. Gli abbonamenti digitali stentano a decollare. La fiducia dei cittadini nella stampa sta scomparendo. Si cerca di pareggiare i conti esclusivamente comprimendo i costi (ormai un articolo è pagato pochi centesimi a parola). Ma questo porta solo a cadere ulteriormente nella spirale negativa. Si potrebbe frettolosamente imputare il 100% della colpa ai giornali: il crollo delle vendite è la giusta punizione per l’attuale qualità scadente della stampa.
Io trovo invece che la colpa sia principalmente dei lettori: Internet ci ha abituato al tutto gratis, ma questo ha ucciso la qualità . E i contenuti mediocri, infestati da banner sempre più fastidiosi e invadenti, non sono nemmeno realmente gratis. Perché quando poi facciamo la spesa pagheremo comunque un sovrapprezzo legato alla pubblicità e alla sua intermediazione. Teniamo inoltre a mente che “quando una cosa è gratis, il prodotto sei tu”, ovvero il totale ribaltamento del celebre motto:
«Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore.»
E se il cliente è l’inserzionista o un partito politico, come possiamo sperare in contenuti onesti e imparziali? Purtroppo produrre informazione di qualità costa: servono professionisti, inchieste, inviati sul campo, spese di viaggio, difesa legale dalle querele. E questo vale a maggior ragione per le pubblicazioni in italiano, potendo contare su un mercato più ristretto rispetto a lingue maggiormente diffuse come l’inglese, il francese o lo spagnolo. Ma l’accesso a una buona informazione è nel proprio interesse, poiché aiuta a prendere decisioni corrette per la propria vita (si pensi ad esempio alle scelte legate alla salute, o finanziarie, o elettorali).
Che fare?
L’unica soluzione quindi, è che i lettori tornino a investire soldi nella stampa innescando un circolo virtuoso. Questo potrebbe concretizzarsi abbonandosi a una testata oppure sostenendo progetti giornalistici indipendenti. E oggi, secondo voi, quali sono le risorse sui cui vale la pena investire?
Lato mio, al momento sono abbonato a due quotidiani nazionale e sostengo tre progetti di divulgazione. Di seguito una selezione di fonti e progetti che ritengo meritevoli:
- Wikipedia. Non ha certo bisogno di presentazioni.
- L’Avvocato dell'Atomo. Un progetto di divulgazione sull’energia atomica che può essere sostenuto attraverso Patreon.
- https://www.cogitoacademy.it/: il progetto di divulgazione filosifica “pop” di Rick Dufer
- https://istitutoliberale.it/: un Think Tank di orientamento liberale. Rilascia pubblicazioni di semplice lettura, sia gratuite che riservate ai soci.
- https://www.nucleareeragione.org/: un comitato di approfondimento delle tematiche relative all’energia atomica
- https://www.pewresearch.org/: un istituto di indagini sociologiche, con particolare attenzione agli USA.
- https://www.visualcapitalist.com/: infografiche sui principale trend globali.
- https://www.worldometers.info/: statistiche di vario genere in tempo reale.