Entropia e destino

Ogni mattina il mondo pare più confuso e disordinato del giorno precedente. Sembra che nulla vada per il verso giusto. Cerchiamo continuamente di aggiustare la nostra vita, ma i nostri sforzi creano problemi maggiori di quelli che si volevano risolvere. Koyaanisqatsi!

La stessa inesorabile forza di disintegrazione sta divorando tutti noi, indipendentemente da dove viviamo o dal sistema politico che adottiamo: è quindi sciocco incolpare singoli dirigenti o ideologie per un problema che è universale: la causa risiede in una legge fisica fondamentale, e che, come tale, non potrà essere cambiata da alcun governo, protesta o petizione su change.org.

Sappiamo che la quantità di energia totale dell’universo è costante. Ma oltre alla quantità l’energia possiede anche una qualità. Essa passa inesorabilmente da uno stato di ordine a uno di disordine, ossia da uno stato di energia utilizzabile a forme di energia non più utilizzabile. Tale misura del disordine è nota come entropia. E anche ogni volta che viene creata un’apparenza di ordine (come nel caso della vita), ciò si verifica a spese di un maggiore disordine nell’ambiente circostante. Questo è ciò che comunemente chiamiamo inquinamento.

«L’Entropia è la suprema legge metafisica dell’Universo.»

— Arthur Eddington

Einstein la riteneva la legge fondamentale della scienza. Da essa deriva l’invecchiamento, la morte, la caduta d’Imperi e, in ultima analisi, la fine stessa dell’UniversoÈ curioso come la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto fosse sepolta in un manuale scolastico, e quasi nessuno se n’è accorto..

Anche le energie rinnovabili nel lungo periodo non sono rinnovabili. Le montagne sono soggette a disgregazione e pure il Sole esaurirà il combustibile. Lo stesso vale per il riciclaggio: per esempio, è impossibile rifondendo più volte la stessa plastica, ottenere a ogni ciclo la stessa quantità di partenza. Il "nulla si crea e nulla si distrugge" si trasforma in un "tutto si distrugge" quando, oltre la quantità, si considera anche la qualità dell’energia.

È quindi illusorio aspettarci un futuro privo di limitazioni fisiche e conflitti materiali. L’idea moderna di un mondo in continuo progresso al giorno d’oggi ci sembra ovvia ma è in realtà errata. Del resto, nell’antichità, i greci collocavano nel passato un’età dell’oro, seguita da un’involuzione della condizione umana attraverso nelle successive epoche. La stessa concezione si ritrova nella Bibbia, dove l’età dell’oro è rappresentata dall’Eden. Gli antichi avevano quindi già intuito i principi dell’entropia.

Non esiste alcun freno di emergenza e non si può scendere da questo treno in corsa, una verità che può apparire riduttiva o persino deprimenti. Il motivo è che la termodinamica definisce i limiti fisici estremi entro cui siamo costretti a operare. Ma se continueremo a ignorarla, lo faremo a rischio della nostra stessa estinzione.

«Si può ignorare la realtà, ma non si possono ignorare le conseguenze dell’ignorare la realtà.»

— Ayn Rand

Di fronte a questo panta rei infernale, non bisogna quindi abbandonarsi alla disperazione, poiché esiste comunque un margine di manovra: l’umanità non può capovolgere il processo entropico, ma può stabilirne la velocità perseguendo il progesso in maniera oculata.

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