L’annosa questione dello stipendio dei parlamentari
Il risentimento nei confronti della politica e, in particolar modo, verso gli stipendi dei parlamentari, ha dominato il dibattuto pubblico delle ultime decadi. Questo risentimento è poi sfociato nel trionfo elettorale dell’antipolitica.
È comprensibile essere indignati con la classe politica, dati gli scandali, gli sprechi e — soprattutto — i vent’anni di mancate riforme. Tuttavia, questo fenomeno ha un duplice effetto negativo.
In primo luogo, rappresenta una distrazione dal vero problema. Il costo annuo pro capite del parlamento è di circa 25€[1], una cifra tutto sommato marginale per un paese del G7. Per quanto sia doveroso tenere i costi della politica sotto controllo, tuttavia monopolizzare il dibattito pubblico su questo aspetto distoglie l’attenzione da questioni ben più rilevanti — come la bassa produttività e l’innovazione stagnante. Questa distorsione dell’ordine delle priorità indebolisce la democrazia.
In secondo luogo, dimentica l’importanza imprescindibile della politica. Essa è uno degli aspetti fondamentali della società moderna: influenza il contesto in cui viviamo, cresciamo, lavoriamo, costruiamo una famiglia, invecchiamo e in ultima analisi la qualità materiale della nostra vita. Dalle decisioni prese dai politici di oggi dipenderà anche il Paese che lasceremo alle generazioni future.
Dovremmo quindi focalizzarci in primo luogo sull’efficacia della politica, prima ancora che sull’efficienza. La risposta alla bassa qualità della politica dovrebbe essere una politica di miglior qualità, non un’antipolitica. Lo stipendio, in qualsiasi professione, è un fattore cruciale per attirare i migliori talenti e le competenze di cui si ha bisogni. Perché non dovrebbe essere valido per la politica?
Oggi le menti più brillanti vengono attirate verso l’alta finanza e il mondo della consulenza strategica a colpi di aperitivi di reclutamenti e RAL generose. Tuttavia, il prestigio sociale di queste posizioni nasconde un lato oscuro: spesso si riducono a un meccanico macinare numeri in Excel per qualche banca d’affari, senza offrire un vero senso alla vita. Quelle stesse menti avrebbero invece potuto apportare un contributo più significativo occupandosi della res publica, un ambito che è quindi fondamentale sia mantenuto prestigioso e attrattivo.
L’antipolitica si è rivelata essere pura demagogia, opportunismo privo di un’idea di società, non già propellente al cambiamento, ma surrogato utile solo a mascherare un deficit di pensiero.
Riferimenti
- Quanto costano davvero i politici italiani? [URL] [URL consultato il 18 novembre 2023]