La realtà non è come appare

Il Flammarion, incisione su legno di un artista sconosciuto

Il tempo che rallenta, la massa che aumenta con la velocità. Tutte affermazioni a cui magari crediamo sulla fiducia, ma che intimamente ci sembrano assurde e incomprensibili. Eppure simili fratture fra percezione e realtà si sono verificate ciclicamente nella storia.

Nella Mileto del VI secolo a.C., un uomo di nome Anassimandro, capì per la prima volta che la Terra galleggia nello Spazio. Precedentemente era convinzione comune che la Terra poggiasse su altra terra, o su enormi tartarughe, o su colonne bibliche.

L’idea che il Cielo continui sotto i piedi è assurda, inaudita, incredibile: oggi anche un bambino, inizialmente, fatica a concepire come dall’altro capo della Terra possano esistere persone a testa in giù. Per farlo, serve una civiltà dove gli uomini sono pronti a mettere in dubbio quanto creduto da tutti, senza cedere al conformismo. È difficile abbandonare un’immagine del mondo familiare. Tanto che soltanto una civiltà, quella Greca, riuscì a compiere questo passaggio.

Tuttavia non è sufficiente trovare un idea provocatoria: bisogna anche farla funzionare. Anassimandro riusci a motivarla ingegnosamente: la Terra non cade perché non ha una direzione particolare dove cadere[1]. Ossia, non esiste una differenza fra alto e basso, essendo tale nozione creata dalla Terra stessa. Tale idea implicita di gravità lascia stupefatti per via della sua correttezza. Ma come ci arrivò? Forse vedendo il Sole scomparire all’orizzonte per poi riapparire dall’altra parte.

La rivoluzione di Anassimandro assomiglia alle successive. Copernico e Galileo: “la Terra si muove”. Ma come fa se è evidente che è ferma? Tuttavia la nozione di moto era in realtà più complessa rispetto a quella del senso comune e dell’esperienza quotidiana. Del resto, col termine "rivoluzione copernicana" s’intende metaforicamente ogni ribaltamento di sistemi concettuali sino ad allora universalmente accettati. (Nota: l’eliocentrismo era già stato intuito millenni prima da Aristarco, ma Copernico ebbe il merito di dimostrarlo).

Se il fatto che la Terra galleggia nel vuoto e che gira velocissima intorno al Sole ci sembra oggi accettabile, è perché sono passati secoli, millenni dalla scoperta e abbiamo avuto il tempo di metabolizzarla. Questo processo deve ancora avvenire per la nozione di tempo relativo scoperta da Einstein molto più recentemente.


Le rivoluzioni scientifiche hanno ridisegnato la visione del mondo, ed è difficile accettare che è diverso da come abbiamo sempre creduto che fosse. Tuttavia è a volte necessario abbandonare le proprie certezze e riconoscere che la realtà non è come appare.

Riferimenti

  1. De caelo Aristotele, , pp. 295.
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