Come il promontorio

MARCUS AURELIUS ANTONINUS AUGUSTUS / black and white, Daniel Coulmann

Un approccio stoico alle ingiustizie

«Sii come il promontorio contro cui si infrangono incessantemente i flutti: resta immobile e intorno ad esso si placa il ribollire delle acque. “Me sventurato, mi è capitato questo”. Niente affatto! Semmai: “Me fortunato, perché anche se mi è capitato questo resisto senza provar dolore, senza farmi spezzare dal presente e senza temere il futuro”. Infatti una cosa simile sarebbe potuta accadere a tutti, ma non tutti avrebbero saputo resistere senza cedere al dolore. Allora perché vedere in quello una sfortuna anziché in questo una fortuna?» — Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso, Libro IV

Invece che immaginare un mondo ideale, gli Stoici mirano a controllare le proprie emozioni per affrontare il mondo così com’è. Su queste basi, lo Stoicismo suggerirebbe alle minoranze vulnerabili di ricordare ogni giorno: “sarò oggetto di pregiudizi e verrò emarginato”. Questa proposta di meditare sull’inevitabilità della sofferenza può sembrare del tutto anomala rispetto all’attuale popolarità del pensiero positivo.

«Dal mattino comincia a dire a te stesso: incontrerò gente vana, ingrata, violenta, fraudolenta, invidiosa, asociale; tutto ciò capita a costoro per l’ignoranza del bene e del male.»

— Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso, libro II, 1

Questa scuola filosofica ha origine nella Grecia del III secolo a.C. ed è fondata sul principio che, sebbene non abbiamo controllo sulle cose che ci capitano, abbiamo invece controllo sulla nostra reazione a esse.

Oggi molte delle campagne per l’inclusività mirano principalmente a denunciare la questione, ponendola sotto i riflettori. Tuttavia, limitarsi alla sola consapevolezza del problema può solo peggiorare le emozioni tipicamente negative – paura, rabbia, frustrazione, impotenza – che spesso portano a una condizione di depressione o di vittimizzazione. Inoltre, poiché le discriminazioni sono profondamente radicate in tutti gli aspetti della società, difficilmente le persone emarginate potranno aspettarsi una soluzione dal sistema. È quindi importante esplorare strategie basate su se stessi, ed è qui che lo stoicismo viene in aiuto.

«L’impedimento all’azione promuove l’azione. Ciò che ostacola diventa la via.»

— Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso, parafrasi dal libro V, 20

Il filosofo imperatore affermava che dietro ogni ostacolo vi è un’opportunità di miglioramento. Non possiamo decidere il colore della nostra pelle, la nostra nazionalità o il nostro genere e non abbiamo scelta nemmeno riguardo la marginalizzazione a causa dell “ignoranza del bene e del male”. Tuttavia, siamo perfettamente in grado di usare questi fattori come opportunità per perfezionarci ed essere migliori dei prevaricatori. Dobbiamo accettare il fatto che ci saranno sempre ostacoli nella nostra vita. Tuttavia il nostro modo di affrontarli ci permetterà non solo di superarli, ma anche di diventare persone migliori grazie al loro superamento. Tale concetto è anche noto come Principio di antifragilità[1].

«When they go low, we go high.»

— Michelle Obama

Per esempio, l’approccio di Mandela alla lotta contro l’apartheid era probabilmente stoico: ha sottolineato che le ingiustizie del passato non potranno mai essere cancellate, e che quindi i neri di oggi dovrebbero affrontarle costruendo un futuro migliore per il Sud Africa.

Gli Stoici indicarono quattro vie da seguire per automigliorarsi:

  • Saggezza: l’abilità di navigare nel mondo in maniera, razionale, informata e mite.
  • Temperanza: l’esercizio dell’autocontrollo e della moderazione di fronte alle prevaricazioni.
  • Giustizia: trattare gli altri con equità anche quando sbagliano.
  • Coraggio: avere il coraggio di opporsi alle discriminazioni con chiarezza e integrità, non solo in circostanze eccezionali ma anche nelle situazioni ordinarie. Per esempio, rifiutandosi di cedere il posto sull’autobus.

Se le persone emarginate iniziassero a seguire questi insegnamenti, potrebbero fare la differenza sia nelle loro vite che nelle attuali battaglie per un mondo migliore. Invece di sentirsi frustrati e irritati dai continui pregiudizi, microaggressioni ecc., si renderanno conto che a causa della natura sistemica e ambientale dell’intolleranza, questi fenomeni non sono sotto il loro controllo e, forse, in alcuni casi nemmeno sotto il controllo dei prevaricatori. Ma è possibile invece controllare pragramaticamente la propria reazione a essi (e contro di essi).

Per la pace della mente non bisognerebbe lasciare che le offese influiscano negativamente sulle emozioni, né dare agli offensori la soddisfazione di sapere che il loro comportamento maligno ci ha influenzato negativamente.

«Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza.»

— Lucio Anneo Seneca

Gli emarginati dovrebbero quindi esercitare la loro forza interiore laddove i prevaricatori mostrano debolezza con le loro azioni.

Non sono insegnamenti facili da applicare nella vita di tutti i giorni, ma la loro utilità è indubbia.

Riferimenti

  1. Antifragile Taleb, N.N, 2012. Random House.
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