Vent’anni di euro

Gli italiani hanno un chiodo fisso che non accenna a svanire: “Con l’euro è raddoppiato tutto”. Ormai è un luogo comune che si pensa per sentito dire.

Ma cosa vuol dire, realmente, che è “raddoppiato tutto”? Secondo l’interpretazione letterale, significherebbe che nella notte fra il 31 dicembre 2021 e il 1° gennaio 2002 i prezzi sono sono stati moltiplicati per due. Quindi, se un’automobile fosse costata 20.000.000 ₤ il giorno dopo l’avremmo pagata circa 20.000 €. Ovviamente ciò è assurdo e basta recuperare un po’ di fatture e scontrini dell’epoca per constatarlo. Gli scettici immediatamente ribatteranno: “Eh vabbè! Ma noi intendevamo che sono raddoppiate le cose che realmente impattano sulla nostra vita, tipo la pizza, la birra, etc…”. Ma anche qui si potrebbero analizzare i fatti. Alcuni esempi:

  • a Milano il biglietto della metro è passato da 1.900 ₤ a 1,00 € e ha mantenuto questo prezzo per oltre 10 anni;
  • nel pub dove passavo le mie serate i cocktail sono passati da 11.000 ₤ a 6,00 €.

So che è sbagliato fare cherry-picking e bisogna sempre considerare i dati nella loro totalità. Proprio per questo esiste l’ISTAT e l’inflazione in questo ventennio si è mediamente attestata sul 2%: quindi un valore basso.

Naturalmente oggi i prezzi sono ben diversi da quelli dei fantastici anni ‘90. Ma sono anche passati 25 anni! In fin dei conti, a quei tempi, ci sembrava normalissimo che i prezzi fossero superiori di ordini di grandezza rispetto ai prezzi degli anni ‘70.

E non ci si illuda che la moneta nazionale sia una garanzia contro l’inflazione. L’aumento dei prezzi si è verificato anche nei paesi europei esclusi dall’eurozona (e.s.: Regno Unito e Repubblica Ceca) e perfino negli stati non europei. Fino ai casi come Venezuela, Iran e Turchia dove si toccano punte del 700%, nonostante la moneta “sovrana”[1]. L’Ecuador, che invece adotta il dollaro statunitense come valuta, riporta un’inflazione pari allo 0,1% (2021)[2]. Analogamente, gli stati africani che adottano il Franco CFA non se la passano affatto peggio degli altri. Per quanto adottare una valuta estera non sia necessariamente una garanzia di stabilità (Argentina docet), non si può ancor meno affermare che lo sia la possibilità di stampare denaro.

Su un altro fronte invece vi sono i boomers, viziati da una vita vissuta al di sopra delle proprie possibilità grazie al debito pubblico scaricato sulle generazioni successive. Un meccanismo reso possibile anche dalla continua svalutazione della lira. Questi signori non desiderano altro che continuare tale caduta libera perché tanto “dopo di noi il diluvio”. Ovviamente le nuove generazione hanno tutto l’interesse e il diritto a opporsi irremovibilmente a una simile oscenità.

Infine circola la teoria secondo cui un’euro troppo forte penalizzerebbe l’export italiano. Tuttavia:

  • l’export italiano è costantemente cresciuto dopo l’adozione dell’euro[3];
  • le supply chain ormai sono fortemente globalizzate e il prezzo finale dipende molto dall’import;
  • le esportazione italiane verso l’Unione Europea sono il 51% del totale, con una bilancia commerciale in attivo[3]. Abbandonare il Mercato Unico non è proprio un’idea geniale…

Va ammesso che l’economia italiana non ha propriamente brillato negli ultimi 20 anni. Ma si dimentica che, oltre all’adozione della moneta unica, si sono verificati altri importanti fenomeni:

  • la Cina, da paese in via di sviluppo, è diventata una potenza globale;
  • in Italia, l’innovazione e la produttività sono rimaste stagnanti, in linea col trend degli anni ‘90;
  • i costi dell’energia sono aumentanti per varie ragioni, per ultima la guerra in Ucraina. E, avendo rinunciato al nucleare, l’Italia si trova particolarmente penalizzata su questo fronte.

Sono questi, quindi, i punti che dovrebbero essere al centro del dibattito politico. Invece si persevera nell’illusione che un ritorno alla lira ci faccia miracolosamente ritornare giovani e spensierati com’eravamo negli anni ‘90. E questa idea semplicistica è stata costantemente cavalcata ad arte dai vari partiti dell’estrema sinistra, da Forza Italia, dalla Lega, fino al Partito Unico degli Svitati™ (costituito da Italexit-Cunial-Rizzo). Ma dopo 20 anni è doveroso e urgente abbandonare le chiacchiere da bar e iniziare ad affrontare seriamente i problemi. Ci siamo iscritti alla Serie A ma abbiamo continuato ad agire con una mentalità da serie B. È tempo di cambiare marcia.

Riferimenti

  1. Venezuela - Tasso di inflazione[URL] [URL consultato il 21 ottobre 2022]
  2. Ecuador - Tasso di inflazione[URL] [URL consultato il 21 ottobre 2022]
  3. Italy Exports[URL] [URL consultato il 21 ottobre 2022]
  4. Italy Exports[URL] [URL consultato il 21 ottobre 2022]
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